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"Non ci sto" è l'inno  del raduno

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Padre Diego Fieni, missionario della Comunità, è l'autore della musica e delle parole dell'inno del raduno dei giovani. Ci spiega come è nata la canzone, qual è il significato delle sue parole e quale messaggio la canzone vuole lanciare ai giovani. Buon ascolto! 

 

 

 

Perché hai scritto un inno di denuncia?

Credo che i giovani oggi abbiano bisogno di far sentire con forza la loro voce. Di fronte alle tante contraddizioni del nostro presente loro sentono dal profondo del cuore nascere un grido chiaro: “non ci sto!”. L’inno ripete una lunga serie di “non ci sto”, ai quali se ne potrebbero aggiungere molti altri, ma il testo non è soltanto una denuncia. Dalle strofe ostinate, e forse martellanti, emerge un ritornello positivo: “Dai voce al mondo, ascolta, fai spazio a chi non ha voce. Gioisci, accogli!”. Queste parole rappresentano il segno chiaro della speranza che abita i ragazzi. I veri giovani, quelli che lo sono fuori ma anche dentro, non si fermano alla denuncia, ma si tirano su le maniche, si schierano a favore del bene e affrontano la vita con un atteggiamento attivo e propositivo! Dare voce al mondo, a chi non ha voce, è l’unico modo per far sbocciare germogli di Vita nuova e permettere a Colui che chiama di far sentire la Sua voce. Perché la voce del mondo è la voce di Dio. La voce dei poveri è la voce di Dio.

 

Quale messaggio comunica l’inno?

L’importanza di schierarsi, di fare scelte concrete nella vita! Il mondo è pieno di gente “liquida”, che segue la corrente. Il cristiano non è così, egli sa da che parte stare: dalla parte di Gesù e del Vangelo. Chi non prende una posizione chiara nella propria vita non cresce, rimane fermo. È arrivato il momento di dire “non ci sto” di fronte al male e di scegliere con gioia, con entusiasmo, ma soprattutto insieme, di scrivere un’altra storia: una storia di salvezza.

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Quanto è importante la musica per i giovani?

Credo che la musica rappresenti uno strumento bellissimo ed efficace per esprimere il grido dei giovani. L’arte è sempre stata un potente mezzo comunicativo e, anche oggi, i giovani sono molto sensibili ai linguaggi dell’arte, in particolare alla musica. La musica trasmette ed intercetta emozioni, entra dalle orecchie e va dritta al cuore.

 

Qual è secondo te il grido dei giovani di oggi?

Non è facile rispondere a questa domanda perché di grida ce ne sono davvero molte; ma credo che i giovani oggi gridino soprattutto il bisogno di trovare qualcosa o qualcuno che dia senso alla loro vita, a ogni sforzo, anche alle difficoltà e ai momenti difficili. Il loro è un grido esistenziale e sono convinto che molti giovani “si sparino” musica a tutto volume nelle orecchie per non ascoltare questo grido che abita il loro cuore, perché fa paura ascoltarlo quando non hai una risposta. Ma c’è un altro grido che merita di essere preso in considerazione: è il grido dei poveri. L’anno scorso sono stato alcuni mesi in Perù e il grido di tanti ragazzi e ragazze che ho conosciuto ancora mi scuote. I poveri chiedono giustizia e pace, chiedono anche che qualcuno si unisca al loro grido affinché raggiunga le orecchie di tutti e metta in moto processi di condivisione, di solidarietà, di Amore.

 

Cosa ti aspetti dal raduno?

Che siano giorni di amicizia e di gioia. Il raduno è stato preparato con tanto impegno ed entusiasmo e questo è il presupposto ideale perché sia un’esperienza significativa per chi ci sarà. Sono emozionato e andrò a Nola con il desiderio di lasciarmi stupire: dai giovani e da Dio!

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* Si ringrazia vivamente Luca Belotti per il suo prezioso contributo all'arrangiamento e registrazione dell'inno.

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